Le parole sono importanti di Marco Balzano

Marco Balzano è uno scrittore e un insegnante sicuramente appassionato del proprio lavoro; infatti già dall’introduzione riusciamo a percepire il piacere che prova nel trasmettere qualcosa che  ritiene importante: l’etimologia. Prendendo spunto dalla sua esperienza di studente, racconta il piacere provato nello scoprire i diversi significati delle parole e la loro origine. In questo breve saggio ha scelto di analizzare dieci parole: divertente, confine, felicità, social, memoria, scuola, contento, fiducia, parola, resistenza, e, in modo mai noioso, ci spiega il loro significato originario e la loro evoluzione.

Social

Per raccontarci la parola “social”, l’autore parte dalla considerazione che le piazze, come gli altri luoghi di ritrovo pubblico, sono sparite. Ciò che invece oggi è molto presente è il luogo di ritrovo “virtuale” dove, anche se in alcuni casi nascoste, ci sono comunque delle persone. Per accedere a questi luoghi è necessaria la conoscenza del nuovo significato che hanno assunto alcuni vocaboli tradizionali come “amicizia” e  “social”.

Prima dei social network, l’amicizia si faceva, ma il loro avvento ha trasformato il senso della parola: non si “fa” amicizia, ma la si “dà” o la “si chiede” e questo, secondo Balzano, non porta a una reale conoscenza di una persona.

La parola “social” deriva dal latino socius cioè “colui che accompagna”, “che procede insieme”. Sui social, però, non è possibile “procedere insieme”: siamo da soli anche se sono state volutamente utilizzate queste parole che ci illudono di far parte di qualcosa. Il mondo del web, dunque, ci propone parole tradizionali, rassicuranti, ma l’autore di questo saggio ci invita ad approfondire: conoscerle ci può portare a riflettere su noi stessi e sul nostro mondo.

Parola

Il significato del termine “parola” (dal greco logos), oscilla tra “ragione”, “discorso” (interiore ed esteriore) e “parola”. I romani inizialmente usavano verbum, che aveva lo stesso significato del termine usato in Grecia, e di cui è rimasta traccia in derivati come “verbale”,”verboso” e “diverbio”. Infatti verbum è diventato meno comune, dato che il cristianesimo lo ha sacralizzato, utilizzandolo con il significato di “parola rivelata che si fa carne”. Al suo posto è stata utilizzata “parabola” che ha poi assunto la forma attuale di “parola” e che richiama il percorso che fa il suono, viaggiando tra due interlocutori. I due poli della parabola, infatti, indicano una relazione, un dialogo e quindi una socialità e un  confronto con l’altro, che si possono creare solo se si è disposti a comprendere le altre persone.

Divertente

Questa parola nasconde un significato etimologico molto interessante. “Divertente” infatti deriva dal latino de-verto che significa “allontanarsi e volgersi altrove”. In senso figurato, significa “convertire” e “cambiare”. Dunque è “divertente” colui che sa cambiare strada per imboccarne una nuova, che  elabora uno sguardo critico e rivela uno spirito anticonformista.

Inoltre il divertimento è leggerezza, perché allevia e rincuora le persone facendo volgere la testa altrove. Per questo è strettamente connesso alla distrazione, che etimologicamente intende l’opposto di attrarre, ovvero “allontanare”. Oggi ha assunto un’accezione negativa, per esempio riteniamo che una persona che è distratta non sia affidabile. Ciò però avviene solo perchè tendiamo a far prevalere l’aspetto passivo (“essere distratti” cioè essere confusi dalle emozioni e dai pensieri), ma in se analizziamo la forma attiva “distrarsi”, intendiamo qualcuno in grado di prendere le cose alla leggera, di usare la fantasia e non solo la logica e sa cambiare punto di vista.

Emma Garavani, Daniela Goia, Mariam Shalaby, 3SB