Tutta un’altra musica in casa Buz

Lucia Vastano, inviata di guerra, ci racconta il percorso di crescita di due ragazze, come metafora della storia del loro paese, che cerca di liberarsi delle catene di un passato drammatico senza perdere la propria identità e cultura millenaria.

Tratto da una storia vera, infatti,”Tutta un’altra musica in casa Buz” ci porta in Afghanistan dove molte famiglie sono state costrette ad abbandonare il paese durante i trent’anni di guerra seguiti all’invasione sovietica fino all’avvento del regime talebano. Adolescenti di Kabul, Islamabad, Pashawar, tutti paesi colpiti dalla guerra, lontani da noi per i modi di vivere, per la religione, per le usanze, i costumi ma vicini per le loro storie, per la libertà che cercano, per i sogni che hanno. Personalmente mi sono trovata, in molte situazioni, a condividere le idee della protagonista, Rubina, ad apprezzare il suo coraggio, a lottare con lei contro le imposizioni del padre e dei mullah. Il libro è diviso in due parti: la prima vuole essere la cronaca della vita di una famiglia, descrivendone gioie e dolori.

La seconda parte, parla di quello che Rubina può costruire con il suo impegno, è ma anche di ciò che un popolo intero può fare guardando al futuro. Le due parti insieme sono un inno alla vita che non importa per quali strade ci ha condotto, ma è un bel viaggio, una grande avventura tutta da scoprire. I personaggi che compaiono, sono l’uno l’opposto dell’altro e sembrano “compensarsi”: da una parte Rubina, coraggiosa, testarda e ribelle, dall’altra la sorella Alia, paurosa, sottomessa e giudiziosa; da un lato Mr. Buz, padre padrone e conservatore della religione, dall’altro la madre, personaggio quasi nascosto dal carattere del marito ma che alla fine sarà fondamentale per il raggiungimento dello scopo delle figlie: la libertà.

 Intorno a loro i vicini, gli amici, i mullah. Il mullah vecchio cerca di aiutare la famiglia Buz a superare razionalmente i problemi, senza essere estremista ma solo ragionando da padre, il mullah giovane, il fanatico rivoluzionario, riempie la testa dei suoi “seguaci” con idee di resistenza e di odio.

 Consiglio il libro a chi vuole semplicemente leggere la storia di una famiglia afgana, con i suoi problemi ed i suoi sogni, a chi è interessato a una storia di guerra diversa dalle altre ma allo stesso modo profonda e significativa.

Teresa Conte 4SB