“Uno spettacolo entusiasmante”, “Musica e scene spettacolari”, “Cantanti e ballerini straordinari”. Sono questi alcuni dei commenti che abbiamo sentito al termine dello spettacolo “Notre Dame de Paris” a cui abbiamo assistito l’8 novembre 2019, accompagnati dalle Professoresse Savino e Adaglio. Il musical, andato in scena al Teatro degli Arcimboldi, è stato tratto dall’omonimo romanzo di Victor Hugo, scritto nel 1831 ed è ambientato nella Parigi del 1482.
La vicenda narra la triste storia di Quasimodo, un giovane orfano gobbo e dall’ aspetto mostruoso adottato da Frollo, l’arcidiacono di Notre Dame che diventa il campanaro della cattedrale. Un giorno Quasimodo vede la bella zingara Esmeralda e se ne innamora. Lei però è infatuata di Febo, capitano delle guardie del Re, a sua volta fidanzato con la ricca Fiordaliso. Anche Frollo si innamora della bella zingara e, per gelosia, pugnala Febo e fa accusare ed imprigionare Esmeralda per cercare di convincerla a barattare il suo corpo con la libertà. Interviene Quasimodo liberando la ragazza e nascondendola nel campanile. Clopin, capo degli zingari e amico della ragazza, fraintende le intenzioni del gobbo e assale la torre per liberarla. Arriva Febo per mettere ordine. Quasimodo, ingenuamente, affida la ragazza a Frollo che, però, la consegna alle guardie. Febo la fa impiccare per poter essere libero di sposare Fiordaliso. Quando il gobbo comprende il tradimento dell’uomo di cui si fidava, getta Frollo dalla cattedrale e si lascia morire accanto ad Esmeralda.
Sapevamo, perché ci eravamo documentati prima, che lo spettacolo è stato definito più volte “il musical dei record”, che è stato tradotto in nove lingue e che è stato rappresentato in ben ventitré Paesi, ma l’effetto che ha suscitato in tutti noi, studenti dell’Istituto “Maserati”, è stato decisamente positivo. Siamo stati tutti affascinati dalle vicende e coinvolti dalle musiche potenti e suggestive. Oltre alla bellezza delle scene e alla bravura dei cantanti e dei ballerini, bisogna anche sottolineare i contenuti sociali dello spettacolo perché viene affrontato il tema dell’emarginazione del diverso (il protagonista, Quasimodo, è brutto e grottesco, gli zingari sono guardati con pregiudizio e paura).
Tra i momenti più emozionanti ricordiamo alcune canzoni che ci sono immediatamente risuonate nella testa e che, alla fine, quando gli attori, durante gli applausi finali, ci hanno riproposto, cantavamo tutti a squarciagola!
Testo della canzone Il Tempo Delle Cattedrali cantata da Matteo Setti (Gringoire)
E’ una storia che ha per luogo Parigi nell’anno del Signore Millequattrocentottantadue Storia d’amore e di passione E noi gli artisti senza nome Della scultura e della rima La faremo rivivere Da oggi all’avvenire E questo è il tempo delle cattedrali La pietra si fa Statua, musica e poesia E tutto sale su verso le stelle Su mura e vetrate La scrittura è architettura Con tante pietre e tanti giorni Con le passioni secolari L’uomo ha elevato le sue torri Con le sue mani popolari Con la musica e le parole Ha cantato cos’è l’amore E come vola un ideale Nei cieli del domani | E questo è il tempo delle cattedrali La pietra si fa Statua, musica e poesia E tutto sale su verso le stelle Su mura e vetrate La scrittura è architettura In questo tempo delle cattedrali La pietra si fa Statua, musica e poesia E tutto sale su verso le stelle Su mura e vetrate La scrittura è architettura Qui crolla il tempo delle cattedrali La pietra sarà Dura come la realtà In mano a questi vandali e pagani Che già sono qua Questo è il giorno che verrà Oggi è il giorno che verrà |
Federica Obertelli 4AI