Così è (se vi pare)

La sera del 12 gennaio 2023 alcune classi dell’IIS Maserati e Baratta si sono recate al Teatro “Eleonora Duse” di Genova, ad assistere all’opera pirandelliana “Così è, se vi pare”, rivisitata dal regista Luca De Fusco. 

Scritto nel 1917, è uno dei testi più importanti in cui appare uno dei più grandi temi pirandelliani: la natura ambigua e interpretabile della realtà. Lo spettacolo si apre con Lamberto Laudisi (interpretato da Eros Pagni), un personaggio saggio e colto che rappresenta l’alter ego di Pirandello ed è portavoce del suo pensiero.Ci troviamo in un piccolo paesino nel quale si sono trasferiti il signor Ponza (Giacinto Palmarini), assieme alla moglie e alla suocera, la signora Frola (Anita Bartolucci). I cittadini, tuttavia, non fanno altro che parlare del fatto che la signora Ponza non esca mai di casa. La riservatezza di questa famiglia è oggetto di pettegolezzi in ogni angolo del piccolo paesino, e in particolare nel salottino della famiglia del consigliere Agazzi, superiore del signor Ponza e cognato di Laudisi.

Le ipotesi formulate dalla pettegola combriccola sono molte: si ipotizza che marito e suocera potrebbero avere una relazione amorosa proibita, oppure che il signor Ponza, per pura cattiveria, terrebbe chiusa a chiave la moglie e le impedirebbe di vedere la madre.

Questa curiosità ossessiva porta addirittura all’allestimento di una sorta di tribunale, nel quale, come imputati troviamo la signora Frola e il signor Ponza, che vengono interrogati insistentemente dalla famiglia Agazzi. Tutta questa situazione è invece considerata ridicola da Laudisi, che, seduto in disparte su una poltrona nel margine sinistro del palco, non riesce a trattenere il suo disappunto e la sua riprovazione nei confronti dell’insistenza con la quale la famiglia cerca di scoprire la verità.

Si respira un’aria tesa e carica di sospetto, la stessa angosciosa sensazione che si sentirebbe durante un processo: il tutto è rafforzato dalla scelta particolare della scenografia, la presenza di una dozzina di sedie, che ricordano quelle di un tribunale, di molti riflettori che puntano tutti verso il centro del palcoscenico, in corrispondenza del quale è posizionato un microfono. Sullo sfondo vediamo una parete con diverse aperture dalle quali si affacciano i personaggi ogni volta che viene rilasciata una dichiarazione dagli “imputati”, per simboleggiare l’assenza di privacy e la loro ossessiva e persistente curiosità.

Quando marito e suocera rilasciano le rispettive versioni, non si rivolgono ai membri della famiglia, che si siedono sulle sedie ed ascoltano attentamente, ma guardano direttamente noi spettatori: gli attori non devono più fingere che non ci sia un pubblico, ma anzi, gli si rivolgono. C’è il teatro nel teatro, i personaggi assistono al “processo” con lo stesso interesse di una vera e propria opera teatrale e gli intrattenitori sono proprio il marito e la suocera.

Le dichiarazioni del signor Ponza e della signora Frola, tuttavia, non portano a una soluzione del mistero: anzi il susseguirsi delle versioni è un moto di perpetua confutazione della tesi opposta, caratterizzato da reciproche accuse di insanità mentale, che non portano a scoprire la verità ma lasciano infiniti dubbi. Chi è il pazzo tra i due? A chi bisogna credere? Ma soprattutto, chi è la signora Ponza?

Quando la signora Ponza entrerà in scena e rivelerà la sua identità, Laudisi scoppierà a ridere, sarcastico nei confronti della pretesa degli abitanti del paesino di arrivare a conoscere la verità; egli aveva intuito tutto già dall’inizio!

Infatti durante tutto lo spettacolo è evidente il suo atteggiamento scettico e il disappunto nei confronti dei suoi familiari che vogliono a tutti i costi raggiungere la verità; ma l’essere umano è in grado di fare ciò? E soprattutto, esiste una verità? “Lo spettacolo è stato molto coinvolgente e gli attori sono stati davvero bravi nella recitazione, tanto da far sembrare reali le scene”.  “Il finale mi ha stupito, e mi ha fatto riflettere sul fatto che spesso ci sforziamo di dare una forma definita alla verità con la presunzione di far luce sulla realtà spesso contraddittoria”. “Mi ha colpito particolarmente il personaggio di Laudisi che incarna colui che non si uniforma alla visione borghese della realtà”. “Mi ha tenuto in sospeso fino all’ultimo istante”. Queste sono alcune delle tante opinioni positive sullo spettacolo. Il messaggio non è trasmesso in modo esplicito, ma Pirandello decide di concludere l’opera in modo che possa costituire un valido spunto di riflessione su tematiche ancora attuali, nonostante l’opera sia stata scritta un secolo fa! 

Giada Orlandi, 5SA