Banana Yoshimoto

Mahoko Yoshimoto, in arte Banana, è nata il 24 luglio 1964 a Tokyo. Dopo il diploma in arte e letteratura presso la Nihon University in Tokyo, Mahoko assume lo pseudonimo di “Banana” ed inizia la carriera di scrittrice. Qualcuno ha supposto che la scelta del nome “Banana” sia legata alla passione dell’autrice per i fiori rossi del banano, pianta di cui tiene un esemplare nella casa di Tokyo, ma “Banana” è anche, e soprattutto, un nome che si pronuncia quasi ugualmente in tutte le lingue e si ricorda molto facilmente. Lei, intervistata sull’argomento, ha risposto semplicemente di averlo scelto perché… è carino.

Nel 1988, con la pubblicazione di “Kitchen” (oggi tradotto in venti lingue), il nome di Banana Yoshimoto balza agli onori della critica letteraria. Per questo romanzo d’esordio, infatti, le vengono assegnati numerosi premi. Anche se non tutti i critici sono concordi sul valore letterario delle sue opere, queste vengono ampiamente tradotte e vendute. La semplicità, almeno apparente, dello stile viene compensata dai temi, anche scabrosi, che vengono affrontati con la massima disinvoltura.

Curiosità:

– I suoi registi preferiti sono Dario Argento e Nanni Moretti, che definisce, in un’intervista, “serio ma comico allo stesso tempo”.

– Gli scrittori stranieri che preferisce sono Isaac B. Singer, Truman Capote e David H. Lawrence; il suo scrittore giapponese preferito è Marakami Ryu (autore di “Blu quasi trasparente”); il libro del cuore è “Cime tempestose” di Emily Bronte.

– La versione in inglese del suo libro Lucertola è stata dedicata alla memoria del defunto cantante rock Kurt Cobain.

Altre informazioni: http://www.yoshimotobanana.com/.

KITCHEN

Kitchen è un libro pubblicato nel 1988 ed uscito in Italia nel 1991.

Il romanzo racconta la passione culinaria della giovane protagonista Mikage Sakurai e del suo “amore” per le cucine, come si può dedurre dalle prime righe del primo capitolo in cui la protagonista esordisce con:

“Non c’è posto al mondo che io ami di più della cucina.

Il tema principale del romanzo è la solitudine giovanile. Infatti la protagonista si ritrova completamente sola dopo la morte della sua adorata nonna, la persona  che le è stata sempre accanto e che le ha trasmesso la passione per la cucina. Rimasta sola, la ragazza instaura un rapporto profondo con la famiglia Tanabe, che decide di ospitarla per alleviare la sua solitudine. Questa nuova famiglia in cui Mikage si ritrova a vivere è composta dalla stravagante madre, la signora Eriko e suo figlio Yuichi.

Eriko in realtà è un uomo che, dopo la morte della moglie, si ritrova a crescere un figlio molto piccolo. Non riuscendo ad accettare il fatto che il piccolo possa crescere senza una figura femminile, decide di cambiare sesso e cercare di somigliare il più possibile alla sua cara moglie.

Mikage la considera una persona splendida, poiché riesce a trasmetterle calore e comprensione. Un altro personaggio della storia è il figlio della signora Eriko, Yuichi Tanabe che lavora part-time  da un fioraio. Il giovane Yuichi ha un animo sensibile e dolce. Tra i due giovani si instaura subito un bellissimo rapporto, a volte un po’ travagliato per via degli eventi che si susseguono:

“Per ognuno dei due l’altro era sicuramente la persona più vicina al mondo, l’amico insostituibile. Tuttavia non ci tenevamo per mano. La nostra natura ci spinge a reggerci in piedi da soli, per quanto disperati possiamo essere.”

Con questo romanzo la scrittrice vuole trasmettere ai lettori l’idea che la famiglia si possa non solo scegliere, ma anche inventare.

Con uno stile di scrittura semplice ma profondo, all’apparenza anche ingenuo, Banana Yoshimoto riesce a far passare dei messaggi e tematiche molto forti e attuali. Il sentimento di abbandono e solitudine, l’attaccamento alla famiglia e il bisogno di sentirsi a casa, l’amicizia, l’amore, l’omosessualità. Una lettura fresca, ricca di significati da consigliare caldamente a chiunque.

N.P.

Questo è uno dei libri più intensi della Yoshimoto. La vicenda si svolge in Giappone. Tutto gira intorno ad un libro incompiuto e “maledetto”, N.P.  (che sta per ‘North Point’, il titolo di una vecchia canzone) e del suo autore, Takase,  morto suicida. Pubblicato con solo 97 dei 100 racconti previsti, il libro diventa un bestseller negli Stati Uniti. Una giovane giapponese, Kazami, viene in possesso del novantottesimo racconto, inedito, alla cui traduzione stava lavorando il suo amante, Shooji, anche lui morto suicida, e che narra la storia di una passione erotica tra padre e figlia.

Kazami incontra i due figli gemelli dello scrittore, Otohiko e Saki. Otohiko è coinvolto in una tormentata storia d’amore con Sui, che scoprirà essere non solo figlia illegittima di suo padre ma anche la sua amante. Dopo alterne vicende, Kazami scopre anche l’esistenza del racconto n°99 in cui Takase racconta la sua aspirazione alla normalità. Ormai manca solo il racconto n°100. Ed è soltanto quando tutti i destini si sono compiuti e il cerchio si chiude che il libro apparirà scritto fino in fondo: N.P. di Banana Yoshimoto è il racconto n°100 che Takase non aveva fatto in tempo a scrivere.

Gli argomenti, anche se inquietanti e molto forti, sono trattati con l’inconfondibile “leggerezza” che caratterizza lo stile della Yoshimoto. La vicenda è avvolta da un sottile velo di malinconia e di mistero  che nonostante tutto riesce a farci intravedere una piccola luce di speranza.

Letizia Maruffi 4SB