“Se questo è un uomo”, opera biografica dello scrittore italiano Primo Levi, è una delle testimonianze più importanti sullo sterminio ebraico ad opera dei nazisti. Il libro narra la storia dell’autore ebreo che viene catturato dai fascisti e deportato con altri ebrei, rom, omosessuali e disabili verso una destinazione sconosciuta. Affrontano il viaggio di 15 giorni chiusi nei vagoni per il bestiame. Arrivati a destinazione i deportati vengono divisi in due gruppi: gli abili al lavoro e coloro che non sono considerati idonei a lavorare. Questi ultimi (soprattutto donne e bambini) sono subito uccisi nelle camere a gas. Gli altri vengono rasati, lavati, gli viene fatta indossare la divisa a righe dei prigionieri e gli viene tatuato il numero. Sono ormai uomini senza identità e dignità. Levi racconta con consapevolezza le vicende vissute nel lager, le relazioni con gli altri deportati e i soldati. Inoltre, non tralascia alcun dettaglio e spiega dal primo all’ultimo istante ciò che hanno subito lui e gli altri deportati innocenti fino al giorno della liberazione.
“Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un sì o per un no”.
Valeria Pozzi, 3SB